Salute

L’Aids a Fondo perduto. Perché è fallita l’idea di Kofi Annan.

Hiv. Gli 8 miliardi di dollari mai arrivati. Un anno fa il segretario dell’Onu lanciò la proposta di un Global Fund per combattere l'Aids .

di Carlotta Jesi

La lotta all?Aids è andata in rosso. Il colore del sangue che trasporta il virus, del fiocco che lo simboleggia e, purtroppo, anche dei conti del super fondo che avrebbe dovuto sconfiggere l?Hiv. Quel Fondo globale per la lotta all?Aids, la tubercolosi e la malaria, lanciato nel giugno 2001 da Kofi Annan e che doveva raccogliere 10 miliardi di dollari l?anno e ne ha racimolati appena 2. Due miliardi di dollari per sconfiggere la malaria e la tubercolosi, oltre al virus che uccide 5 milioni di persone l?anno.
Un ?rosso? che stronca le speranze, e i budget, di ong, governi, enti religiosi e istituzioni che, a marzo di quest?anno, hanno risposto alla prima ?call for proposals? del fondo presentando oltre 300 progetti di lotta all?Aids per un totale di 5 miliardi di dollari di finanziamenti. Più del doppio del budget a disposizione del fondo. Costretto a rispondere alle proposte con uno stanziamento di 1,6 miliardi di dollari in 5 anni. Più o meno il 3% di quanto l?Onu stima serva per battere l?Aids nello stesso tempo. Che Kofi Annan abbia puntato troppo in alto?

9 dollari all?anno
No, ha denunciato al Summit mondiale sull?Aids, tenutosi dal 7 al 12 luglio a Barcellona, l?ong Oxfam International. «Dieci miliardi di dollari sono quanto i Paesi ricchi spendono in 10 giorni per sussidi all?agricoltura e l?equivalente delle spese militari sostenute in 4 giorni nel mondo», spiega l?ong nel rapporto Global Fund, False hope or new start? (Fondo globale, falsa speranza o nuovo inizio?).
Domanda retorica, ma forse non del tutto, cui Mohga Kamal Smith di Oxfam risponde spiegando quanto incide sui malati di Aids la mancanza di liquidi del fondo: «I 186 milioni di dollari che il fondo globale ha assegnato nel primo anno a programmi di lotta all?Aids in 28 Paesi significano massimo 9 dollari all?anno a sieropositivo».
Troppo pochi per permettersi un cocktail di farmaci antiretrovirali: il più conveniente sulla piazza, costa comunque 300 dollari l?anno. Moltiplicateli per i 40 milioni di sieropositivi del mondo (il 95% dei quali vive nei Paesi poveri), e scoprirete che, solo in farmaci, per fermare l?Aids bisognerebbe spendere 12 miliardi di dollari l?anno. Cioè 10 in più di quelli donati finora al fondo da 25 governi, che hanno stanziato 1,821 miliardi di dollari, e da un gruppo di privati, capitanati dalla Bill and Melinda Gates Foundation, che si sono impegnati per 101 milioni di dollari.
Che fare? L?Icaso-International Council of Aids Service Organization, rete di ong che monitora il funzionamento del global fund fin dalla sua nascita, suggerisce di fissare il contributo di ciascun Paese in base all?Equitable Distribution Framework proposto, ad aprile di quest?anno, dagli studiosi T. France, G. Ooms e B. Rivers: obbligare i 48 Paesi con un alto Indice di sviluppo umano a versare al fondo lo 0,035% del loro Pil. Proposta che, per esempio, porterebbe i 250 milioni di dollari promessi dagli Stati Uniti per il 2002 a 3.479 milioni e i 68 milioni del Giappone a 1.646 milioni.
Ma i problemi del fondo non verrebbero risolti così. Secondo Oxfam, infatti, oltre alle casse vuote, il global fund ha problemi di trasparenza e selezione dei progetti. Di poca trasparenza si è lamentata Milly Katana, sieropositiva ugandese dell?Health Right Action Group, che rappresenta le ong del Sud nel board del fondo: «Non c?è chiarezza sul numero di progetti approvati che prevedono l?acquisto di farmaci antiretrovirali e sul numero di persone che intendono curare». Secondo il fondo, 21 dei 28 Paesi che riceveranno stanziamenti, hanno chiesto denaro per comprare i farmaci. Ma Katana la pensa diversamente: «Solo in 7 progetti si dice con chiarezza quanti sieropositivi verranno curati con gli antiretrovirali».

Giudizio rimandato
Dalla mancanza di trasparenza ai sospetti sui Ccms-Country coordinating mechanisms, i comitati nazionali formati da ong, governi, privati, agenzie bilaterali e associazioni da cui devono partire le proposte di lotta all?Aids per il global fund. Comitati che, secondo Oxfam, «hanno escluso molte ong». Una critica in parte condivisa da Icaso che riporta le perplessità di molte organizzazioni non governative sull?autenticità dei Ccms.
Un fondo da buttare, insomma? Non per tutte le ong. Paolo Giorgi del Coopi, per esempio, considera le accuse di Oxfam premature: «Sulla mancanza di soldi non ci sono dubbi, ma per giudicare le modalità di selezione dei progetti bisogna aspettare che si concluda la seconda tornata di presentazione dei progetti».
Il termine ultimo per presentare le nuove proposte di lotta all?Aids è il 27 settembre. Le cose saranno diverse per quella data? «Sì», assicura Marina Madeo, scelta dal governo italiano, uno dei 7 Paesi ricchi a sedere nel board del global fund, per lavorare nel segretariato a interim del fondo. «Sto facendo una verifica su tutti i Ccms e nel secondo round di proposte ci sarà quindi un maggior controllo sulla partecipazione della società civile nei vari Ccms».
E le altre critiche al global fund? «Bisognerebbe tenere presente i tempi con cui opera: il fondo è stato lanciato nel giugno 2001 e a febbraio siamo partiti con la prima ?call of proposals?. Lavoro nella cooperazione da molti anni e non ho mai visto una linea di finanziamenti diventare operativa in così poco tempo. Positivo è anche il mio giudizio sul governo italiano: è uno dei maggiori donatori».
Più critico, sul tema, Vittorio Agnoletto, responsabile del Centro per i diritti umani e la salute pubblica-Lila Cedius. «Al G8 di Genova il governo ha vantato come fiore all?occhiello il contributo al fondo mondiale per la lotta all?Aids, ma oggi non si riesce a capire quanti soldi l?Italia abbia promesso e quanti ne abbia versati. Al ministero degli Esteri risulta che sarebbero 200 milioni i dollari promessi per il biennio 2002-2003 e solo 44 quelli versati nei primi sei mesi del 2002. E non si capisce se la somma sia da intendere per entrambi gli anni, e se si tratti di fondi aggiuntivi o sottratti ad altri progetti».

Per conoscere gli sviluppi del fondo
www.globalfundatm.org
Per scaricare il rapporto della ong Oxfam

www.oxfam.org.uk

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